In questi giorni sto notando con piacere che la Valle d’Aosta enoica è argomento assai inflazionato: ne parla in Italia un pezzo da 90 come Franco Ziliani che sul suo Vino al Vino parla della Maison Agricole D & D e di Grosjean, se ne parla all’estero grazie a Joel Mack che sul suo VINTROSPECTIVE –> An Italian Wine Blog cita nuovamente Grosjean. E se ne parla su TigullioVino (da cui ho “rubato” l’immagine che correda questo post): per la prima volta è giunta una campionatura dalla mia amata Valle (anche grazie, mi piace pensare, al mio post su ImpresaVdA) e l’azienda che si è esposta è L’Atoueyo di Fernanda Saraillon. Questo post è dedicato al Fumin 2006 dell’azienda appena citata, un vino emozionante, espressione vera della Valle, uno di quei vini che non smetteresti mai di bere. In passato avevo assaggiato (parlandone poi sul blog di Jacopo) il Fumin 2007 di Grosjean e il Fumin 2006 de La Crotta di Vegneron. L’idea che era emersa, confermata poi dall’assaggio del campione del 2006, è che il Fumin sia un vino che regala il meglio con l’invecchiamento, nel lungo periodo. Ed infatti l’anno di differenza tra i campioni regala sicuramente maggiore complessità ed equilibrio all’assaggio del Fumin de L’Atoueyo (poi non dimentichiamo che la Valle ha talmente tanti micro terroir e microclimi che le differenze possono essere notevoli nonostante i pochi chilometri di distanza). Colore in verità giovanile, ancora rubino acceso, intenso e carico. Luminoso, senza ombra di dubbio. Al naso colpisce per il lento dispiegarsi dei sentori: parte da sensazioni leggermente chiuse e verdi, come la terra ed il ricordo di maggiorana, poi vira rapidamente su note più fruttate di marasca e si apre con un bouquet di spezie che vanno dalla cannella per approdare al cacao, passando per pepe e chiodi di garofano. In bocca è equilibratissimo: freschezza, sapidità e calore sono perfettamente bilanciati, i tannini sono setosi e avvolgono il palato. Splendida struttura e persistenza notevole, chiude con il ricordo di sentori speziati confermando i profumi trovati al naso. Grandissima bevuta, non posso aggiungere altro. Dello stesso produttore mi sento di consigliare il Pinot Nero 2008… per maggiori informazioni su questo vino potete leggere la scheda presente su TigullioVino o nel post dedicata da Ziliani sul suo blog
Valle d’Aosta Doc Fumin 2006 – L’Atoueyo
Posted in: Valle d'Aosta, Vino Italia
– 24 febbraio 2010
Beh, ne abbiamo più volte parlato anche su Lavinium:
http://www.lavinium.com/anteprime/franceschini_10esposizione_valledaosta.shtml
Per non parlare del mitico Giulio Moriondo, del quale io sono stato sicuramente il primo a scrivere…
d’altronde la VdA è lontana, ma non abbastanza per chi ama il vino.
ma quale “pezzo da novanta”, sono solo un cronista del vino!
cordialità vive ed evviva i vini della Vallée!
Franco, quando aprii il blog, la annoverai tra i “maestri”; e questa percezione, nel tempo, non è cambiata. Quindi lei resta per me un punto di riferimento ed un “pezzo da novanta”: se preferisce “un pezzo da 90 dei cronisti del vino” 🙂 Grazie per la visita e per i commento. Viva la Vallée!!
Caro Roberto, innanzitutto grazie per la visita e per il commento. Come ti ho già detto su Twitter non è una dimenticanza, ma ho solo citato i collegamenti più recenti. Mi piace molto quello che scrivi a proposito della VdA “è lontana, ma non abbastanza per chi ama il vino”. Infatti personalmente sto cercando di descrivere le grandi qualità enoiche della regione e sono molto contento quando personaggi autorevoli con tu e Ziliani spendete qualche parola sulla piccola regione delle montagne…. a presto, magari ad Aymavilles a settembre…