Disclimer: acquistato in GDO
Genesi: il piccolo Gallino, da questo momento soprannominato Locusta in onore della sua curiosità nei confronti del cibo e del suo essere onnivoro, ogni qual volta aprivo una bottiglia gridava, per prendermi in giro, “San Crispino!!“, facendo il verso alla pubblicità e rischiando di essere diseredato. Di fronte alla sua insistenza gli promisi che avrei comprato e assaggiato quel vino. Lui non mi credeva. E invece, eccomi qui…
Cosa dire di questo bicchiere?
Onestamente, mi viene da pensare che in una degustazione alla cieca non uscirebbe con le ossa rotta.
Anzi….
Ossia, per essere oggettivi, non ha difetti e si fa bere. Leggermente profumato, in bocca ha una discreta acidità e un vago ricordo tannico, scende leggero ma con una persistenza non così breve.
Insomma, non è possibile dire che sia negativo. Non sarebbe intellettualmente onesto.
Dozzinale, certo.
Banale, certo,
Emozioni e sensazioni coinvolgenti non le trovi in questa bevuta, certo.
Ma non lo puoi condannare dal punto di vista degustativo.
E’ ineccepibile.
Quello che mi fa più riflettere è stata la difficoltà nel trovarlo.
Non perchè sia mal distribuito, ma, al contrario, perchè esaurito.
Tre (3) supermercati sono stati necessari. E persino nel terzo ho dovuto “scavare” al fondo del piano su cui era poggiato.
Quindi vuol dire che va.
E abbondantemente
Senza dubbi merito della pubblicità?
Non so, ma senza essere un creativo o un esperto di marketing, analizzando la loro pubblicità, non posso far altro che alzare le mani e fare i complimenti.
Ci sono tutti gli elementi.
Nei primi 4 secondi il nome viene pronunciato due volte, in modo che si fissi subito il marchio.
Poi si dice “è il nostro vino”.
Tanti viticoltori.
“Coltiviamo buona terra”
“Che ci dà buona uva”
“Lo portiamo a San Crispino che ne fa un vino buono”
“Un vino per tutti”
Poi ci sono i personaggi: il bambino, la terra, la ragazza carina (più o meno), la nonna, il nonno, i contadini (finti) con la faccia simpatica.
Continui riferimenti al fatto che è buono, sano.
Che è un vino per tutti.
Mica come quei vini complicati e costosi degli enosnob…
E a maggior ragione, di questi tempi, emergono certi valori che sembrano assumere un certo valore, fanno presa.
Famiglia e terra. Famiglia e cose buone, sane….
C’è solo una cosa che mi inquieta: la somiglianza tra il nonno della pubblicità e Ennio Doris di quella banca che appartiene al gruppo del biscione.
Non è che i rendimenti finanziari vadano male e si sia deciso a buttarsi nel mondo del vino?!?!? 🙂
NdA: post semiserio, ma che, almeno personalmente, lascia numerosi interrogativi sulla distanza che esiste tra bevitori abituali e appassionati (autocitazione)
Vuoi veder che aveva ragione? Mi spiego meglio: la settimana al supermercato scorsa ho assistito ad un acceso dibattito tra due distinte signore sulla (secondo una) superiorità del Sancrispino sul Tavernello. Una bella scena, in effetti. 😉
Secondo me sì 🙂
Quanto costa?
Ciao Luigi, sono in fase di trasloco e nel marasma ho inavvertitamente buttato via lo scontrino. Vado a memoria, è compreso tra 1,5 e 2 euro litro.
Hai centrato in pieno l’effetto marketing! Concordo anche sul fatto del bevitore abituale che non è disposto a spendere cifre esorbitanti per un vino quotidiano che deve essere bevibile e questo vino lo è! Non possono screditarsi…
Certo le emozioni lasciano il tempo che trovano…
Ottimo post!
Ciao Davide 🙂 no, emozioni non pervenute. Però bisogna essere onesti e dire che non si può affermare che sia una bevuta negativa…
Ci vorrebbe anche un coraggioso volontario per una bevuta di qualche bel bicchiere di questo vino buono per vedere gli effetti “del giorno dopo” rispetto ad un vino di produttori meno industriali
Devo dire che a livello di testa non ci sono stati problemi. A livello di stomaco un po’ di acidità in eccesso. Diciamo comunque che mi sono femrato ben prima della metà del bricco 🙂
Non posso sopportare che tu beva San Crispino, ho preparato 1 scatola da 12 di vinicolki e vengo su in Canavese a portarteli. Missione: riempire la nuova cantina di Enofaber 🙂
“San Crispino! Un vino che… vedrai!”
“Ah ma è Roncoooo!”
E ogni volta mi sento trafitto.
Per non parlare di tutti quelli che ti chiedono se sei proprio tu o almeno parente e poi restano un po’ delusi quando gli dici che no, non c’entri nulla con il megaimpero San Crispino.
Sulla pubblicità concordo molto con te Faber, ben fatta per il target a cui è rivolta. L’unica cosa che non comprendo è quando il tizio va a prendere il cartoncino di San Crispino in una stanza che sembra una cantina con – non vorrei sbagliare – delle pupitres. Perché le pupitres? Perché? 🙂
Ciao, Fil.
E’ piena, è piena 🙂 ma nuove bottiglie sono sempre ben accette 🙂
Fa tanto cantina figa 🙂 te, con quel cognome, hai effettivamente una bella sfiga 😉
Finalmente qualcuno che riconosce il fardello con cui devo convivere. 🙂
Fil.
L’attuale momento economico sta aggravando, per le classi più colpite dalla crisi, la fuga dai consumi c.d. voluttuari o non indispensabili; purtroppo il vino si sta connotando sempre più in questi termini, rispetto ad alcuni decenni fa, quando era considerato un alimento a tutti gli effetti o, comunque, un indispensabile complemento dei pasti.
Il successo dei prodotti quali il San Crispino (oltretutto sorretto da un valido messaggio pubblicitario) ed il Tavernello (ma anche altri commercializzati con i marchi della GDO) risiede, quindi, nell’offrire un bicchiere “corretto” ad un prezzo irrisorio, di facile conservazione (brik) ed agevole smaltimento.
E’ del tutto evidente che gli enoappassionati non li considerano nemmeno degni dell’appellativo di “vini”, ma, ragazzi, siamo davvero una minoranza trascurabile.
Io, personalmente, quando non “degusto” (abbandonandomi, con altri amici “fuori” ad inconcludenti viaggi pseudo-lisergici, mi vado a cercare, in qualche buona enoteca, le offerte “3 x 10 Euro” e, vi assicuro, qualche bel bianco altoatesino di 3/4 anni lo trovo sempre, ed è una goduria!
Che dire, sabato sera ho visto servire in una pizzeria romana un piatto (bello grosso) di patatine San Carlo (per dire il tipo, non son sicuro perché il pacchetto l’han lasciato in cucina). Dicevano che fa parte di un antipasto, che siccome era un posto molto attento alla celiachia era una delle alternative. Per carità, ci stava pure l’invasione di cavallette… Devo aver avuto la mascella raso terra per mezz’ora perché tutti quelli che mi guardavano mi chiedevano come stavo. Poi mi è scappato un sorriso e ho pensato che che il cibo è una cultura come tante altre e io, visto che faccio tanto il sofisticato, dovrei leggere Proust invece che la gazza. Oh, alla prossima cena Pringles e Ronco a fiumi, per la gioia di Filippo 😉
Va bene tutto, ma alla fine della fiera qualcuno sa dirmi quali uve vanno a spremere dentro ai cartoni ?
Salve, lavoro per il Gruppo Cevico, propietario del marchio San Crispino, vorrei
Ringraziarla per i commenti e l’analisi sul nostro prodotto e sulla comunicazione
Devo dire che ha perfettamente compreso la nostra proposta e la nostra filosofia , tanto e vero che i nostri consumatori ci stanno premiando .
Un solo appunto gli Agricoltori dello spot sono veri , sono i nostri soci produttori , se viene al prossimo Vinitaly potra’ incontrarli.
Cordiali Saluti
Relativamente alle uve usate sono Trebbiano nel bianco e prevalentemente Sangiovese nel rossi.
Uve coltivate in massima parta in pianura dove alte rese, raccolta meccanizzata e grandi economie di scala permettono la realizzazione di San Crispino.
Siete invitati a visitare gli impianti a Lugo di Romagna.
Saluti
Bel post Faber! E tu e tuo figlio siete due simpaticoni.
Avete già detto tutto. Potere del marketing e della pubblicità costruiti ad arte e capacità di fare un prodotto indovinato e corretto per una larga fetta di consumatori.
Certo il vino come lo intendiamo noi è “un’ altra bevanda”.
L’immagine di Jacopo delle due signore che discutono su quale dei “due vini” è migliore è geniale…
Un’idea per una futura pubblicità…
un saluto
Massimo
Ad una degustazione bendata alcuni anni fà era stato servito del Tavernello bianco (ovviamente preventivamente travasato in una bottiglia di vetro): devo dire che alla domanda sulla fascia di prezzo da attribuire a ciascun vino degustato se ne sono viste delle belle!
Buongiorno Francesco, mi fa particolarmente piacere leggere i suoi commenti. Se riuscirò a venire a Verona, visiterò sicuramente il vostro stand.
Grazie per l’attenzione e la disponibilità.
Ciao Luca, la cosa non mi stupisce. Alla cieca succedono sempre cose molto interessanti 🙂
Caro Enofaber, l’aspettiamo oltre a San Crispino abbiamo 15 cantine alcune delle quali con prodotti di altissimo livello, e’ inviitato pertanto per una degustazione della nostra cantina top Masselina.
Siamo nel Padiglione Emilia -Romagna e ci vedra’ sicuramente.
Saluti