Vino acquistato in GDO: 4,50 euro (in offerta)
Lambrusco. Emilia.
A me non viene da pensare a Peppone o a cavallini rampanti.
No, mi sovviene quella che fu la nouvelle vague del lambrusco.
Ero abbastanza all’inizio nel mio percorso vinoso. Una sera, in un’acetaia in mezzo alla pianura, partecipai a una serata in cui conobbi di persona alcune delle persone che più mi hanno segnato e insegnato in questo ambito: due nomi su tutti, Stefano Caffarri e Jacopo Cossater.
Ricordo con simpatico affetto l’emozione che provai quella sera.
Certo, i lambruschi su quella tavola erano differenti da questo Vecchia Modena di Chiarli.
Là c’erano complessità e profondità che qui non si ritrovano. Là erano tutti rigorosamente fermi, questa ha la “classica” spuma del lambrusco più conosciuto dal grande pubblico.
Situazioni e vini diversi.
Però…
Però questo Lambrusco ha il suo “sporco” perché: è un vino piacevole, semplice, immediato.
Versato leggermente fresco, magari accompagnato a dei salumi può diventare “pericoloso” per la sua bevibilità, estrema, mi viene da dire.
Il classico vino conviviale, leggermente vinoso e fruttato, con quella capacità di sgrossare la bocca.
Certo, non ha grande persistenza e corpo.
Ma non sono attributi da cercare in un vino del genere.
Un vino che non sarà mai uno di quelli “del cuore”. Ma un vino allegro, divertente e spensierato.
Sì, ogni tanto, c’è proprio bisogno di una bevuta del genere.
Mi ritrovo in quello che dici, fruttato si, e aggiungerei didattico visto che l’ho assaggiato di recente durante il servizio ad un corso per aspiranti sommelier.
🙂
Credo di Chiarli sia lodevole il “Premium”.
Prezzo da gdo, ma non altrettanta la distribuzione, così come la beva: verace nouvelle vague del lambrusco.